Scenografie: immagine del Festival di Sanremo
Partendo sin dall’inizio da quel lontano
1951 dal Salone delle Feste del Casinò di Sanremo, (ex giardino d’inverno), sede per 25 anni della manifestazione canora, quando erano collocate in cima al soffitto delle lampadine multicolore disposte a corona, non tutte funzionanti, in quanto alcune erano fulminate, non si parlava ancora di vere e proprie scenografie. Il Festival era trasmesso dalla Radio in differita, quindi non c’era un esempio concreto di come potesse essere il contorno del palco dove si esibivano i primi artisti. C’era un ampio salone con sedie e tavolini, con un palcoscenico non molto grande dove si esibivano i cantanti proprio nel corso della cena, programmata per intrattenere i giocatori del Casinò. Sul palco vi erano ben disposti bouquet di fiori. Nel
1955 la TV di Stato arrivò a Sanremo e la kermesse canora già avvenimento radiofonico diventò così fenomeno televisivo. Dalle case degli italiani ecco come appariva la scenografia in bianco e nero: il palco ricco di fiori, tende luccicanti. Il piccolo palco però si trovava in fondo ad una sala gremitissima di persone vestite rigorosamente in abito da sera, mentre sopra il boccascena appariva la scritta Rai, la profondità era costituita da pannelli dipinti che stavano a rappresentare scene d’attualità, l’orchestra era posizionata dietro, mentre sul pavimento vi era un grande tappeto con motivi orientali.L’edizione di Sanremo del
1957 vide un addobbo sul palco con lunghi tendoni che stavano alle spalle dei cantanti. Si sa poco di come e chi allestiva il palco: il primo scenografo chiamato in causa fu Lorenzo Musso di Imperia, era lo scenografo della Casa da Gioco, fu proprio Musso ad arredare il palco del Casinò fino al
1976 ultima sede del Festival solo in questa occasione la Rai gli mise affianco uno scenografo, Eugenio Guglielminetti.
La scenografia del
1961 era rappresentata da una fontana con zampillo d’acqua che spiccava sullo sfondo mentre il pergolato fu adattato al soffitto, al quale vi erano appesi dei cestini riempiti con i fiori di Sanremo. L’anno successivo invece l’orchestra fu posizionata dietro ai leggii differenziato da lettere che stavano ad indicare il tipo di strumento del professore che lo utilizzava. Nel
1963 la scena cambia radicalmente, c’è una pista che scende a forma di S che fa da cornice a due palchetti per separare i presentatori dagli artisti. Ci sono poi delle rose che vanno ad adornare il fondo del palcoscenico: il pavimento è di colore verde acqua laccato.Nel
1964 la scena è ancora diversa sul fondo c’è l’orchestra ai lati due alberi poco adornati: le pareti decorate mentre un’enorme scala centrale che scende in direzione della platea piacque molto. Si dice che fu molto elegante la scenografia dell’anno dopo il bordo del palco adornato da tre fasce che andavano a chiuderlo il soffitto invece era stato ricoperto con cerchi lignei sovrapposti in diverse misure. Le pareti ritmate da scanalature verticali davano l’impressione di rappresentare delle enormi bolle. Nel
1966 fiori coloratissimi. Cespugli di rose e sullo sfondo due palme. Nel
1967 raccontano che fu allestita una delle più belle scenografie, sullo sfondo si vedono dei pannelli forati che fanno intravedere delle luci, invece sul palco ci sono dei grandi vasi di fiori. Quella del
1969 è una scena che si presenta con un gioco di specchi ci sono decine di pannelli con le immagini della città dei fiori, mentre i fiori adornano tutto il palco. Arrivarono gli anni
70 ed il cambiamento: la manifestazione era cresciuta e quindi ci fu nel
1977 il trasferimento al Teatro Ariston, ed è l’evento della televisione a colori e così anche l’immagine stessa della manifestazione canora fu rimodernata. Da ricordare però che nel
1971 fu valorizzata, per la prima volta, con un elaboratore elettronico per radunare i dati che giungevano per le votazioni. Anche le pareti del palco furono rivestite di metallo, erano enormi le composizioni di fiori posti su grandi contenitori. Così a metà degli anno 70 le scenografie furono concepite appositamente per lo spettacolo televisivo. La prima composizione all’interno del Teatro Ariston a curarla fu Milos Anelli Monti, pittore, scenografo e restauratore nato a Udine nel 1922. Nel
1978 arrivarono i monitor, a curare la scenografia fu Rino Ceriolo, sanremese, storico, grafico e scenografo.
Nel 1979 arrivò un grande scenografo per firmare l’edizione. Gianfranco Ramacci, che fece una grande utilizzo di luci. Ramacci è lo scenografo del Festival 1980 e per illuminare il palco dell’Ariston utilizza ben 11.500 lampadine e nuovi effetti laser. Nel 1981 e 1982 il palco sembra una discoteca a caratterizzarla tanti specchi. I pavimenti sono luminosi: il tutto è firmato dall’Architetto Enzo Somigli che curerà il palco del Festival 1983 e 1984 dove al centro campeggia un scala bianca curva a forma di S. Nel 1985 è la volta dell’Architetto Luigi dall’Aglio. Nel 1986 a decorare il palco con giochi luminosi sarà Enzo Somigli. Quella del 1987 è la prima scenografia che porta la firma di Gaetano Castelli. Lo scenografo allestirà anche il palco per l’edizione del 1988. Il palco dell’Ariston per il 1989 invece fu allestito da Cesarini Da Senigallia. L’edizione del 1990 si svolse all’interno del mercato dei fiori in Valle Armea sempre a Sanremo, e fu Lamberto Bertacca a dover organizzare la scenografia del Palafiori; riuscì a dispetto dei pettegolezzi, a compiere una magia realizzando qualcosa di impareggiabile e poetico. Lo scenografo firmerà anche l’edizione del 1991 all’interno dell’Ariston. Il 1992 vede il ritorno di Gaetano Castelli, così come nel 1993 e come quelle del 1994-1995-1996.
Nel 1997 arrivò Armando Nobili e firmerà anche l’edizione del 1998-1999-2000. Nel 2001 fu la volta di Mario Catalano.
Nel 2002 il ritorno di Gaetano Castelli che porrà la sua sigla anche per l’edizione del 2003 - 2004 e 2005.
Nel 2006 arrivò Dante Ferretti, premio Oscar. Scenografo che si occupa di cinema, la scenografia del Festival è teatrale propose qualcosa decisamente di nuovo.
2007 Nel il grande ritorno di Gaetano Castelli che firmerà anche la scenografia del 2008. Il tema dell’edizione N° 57 è l’unione tra passato e futuro. La scalinata che scende dal fondo e il richiamo ai fiori per rappresentare il passato. Il futuro: è delineato nel disegno, nei palchi ai lati della scena, nei giochi di luci e grafica, nella strada dal fondo del palco fino alla platea dove sono apparsi effetti d’acqua a cascata e di fiumi di lava. Una scenografia fatta su misura per ogni cantante: una sceneggiatura per ogni brano. Per l’ultima edizione, la 15a per Castelli, “il mago” delle scenografie che conosce ogni punto nascosto del Teatro più famoso al mondo, ha creato, botole, pedane che si muovono silenziosamente, motori in grado di sollevare oltre 5 mila tonnellate.
2008 la scenografia disegnata da Gaetano Castelli per il 58° Festival di Sanremo
al centro del palco si poteva vedere il diamante di plexiglass su cui si sono esibiti i cantanti con dinamici effetti di luce. Effetto Broadway: “In questa edizione – dice lo scenografo Castelli – sono tornato a scegliere le linee rette, dopo le curve dello scorso anno, anche per far risaltare di più le macchine teatrali che con i loro movimenti per dare allo spettatore la sensazione di essere all’interno di un grande musical. Scenografia diversa ogni sera, con sorprese che sono state svelate al pubblico all’improvviso”.
2009 La scenografia del è un tripudio di colori e di giochi di prospettiva, che hanno reso l’immagine della kermesse sempre più sfavillante. Il risultato finale è quello di un effetto “rotondità” dato - intorno alla scalinata centrale dominata da un grande schermo - da otto ledwall concavi, alti sette metri, che si muovono creando giochi di immagini e di grafica. Un effetto amplificato dalle linee curve orizzontali “disegnate” sui fondali del palco dai videotile, piccole “mattonelle” di immagini e luci.
Tra le altre novità, dello Scenografo G.Castelli i due grandi ledwall di quattro metri per tre sulle pareti laterali, al di sopra dell’orchestra, con la duplice funzione di arricchire la scenografia e di permettere alle giurie – in galleria - una visione più dettagliata dei cantanti e delle loro esecuzioni.
2010, G.Castelli: “Un impianto che mi piace definire ‘spaziale’", dice l'Architetto Castelli. "E’ scenotecnica, più che scenografia, nel senso che l’utilizzo della tecnologia permette di “muovere” tutto, di dare dinamicità al Festival, di dare a ogni momento di spettacolo e a ogni protagonista una propria irripetibilità. Abbiamo scelto elementi semplici a prima vista ma in grado di dare profondità alla scena e lasciar spazio alle sorprese della nostra macchina, sintetizzando il passato delle mie scenografie con la novità tecnologica estrema, facendola diventare spettacolo essa stessa. Un omaggio ai 60 anni di Festival e ai protagonisti di questa edizione”.
2011: Linee morbide, grandi effetti di luce, ledwall sterminati: queste le chiavi della scenografia n°61, affidata per il 18mo anno consecutivo a Gaetano Castelli, affiancato ormai dalla figlia Maria Chiara. "Ho cercato di far incontrare passato e presente – dice Castelli – e ogni anno è uno spingersi più avanti, senza sentirsi mai arrivati. È questo il mio segreto nel ‘disegnare’ il Festival di Sanremo“. Messa ormai da parte la scalinata, croce e delizia delle signore del Festival, e riportata l’Orchestra nella sua location naturale, il golfo mistico del teatro, la ‘mission’ dell’architetto è stata quella di ‘nascondere’ conduttori, cantanti e ospiti: “Ho voluto togliere punti di riferimento, creare soluzioni diverse e spettacolari per far apparire, come in un gioco di prestigio letteralmente teatrale, i protagonisti del Festival: un modo per sottolinearne l’unicità ma anche per creare ulteriore motivo di spettacolo. Cosi come, ad esempio, la spirale che domina la scenografia e che ricorda lo snodarsi di una strada vuole essere un omaggio a quella grande strada della musica che è Sanremo e, insieme, alla passione per la corsa di Gianni Morandi, al quale mi lega un’antica amicizia“. Una spirale arricchita anche da grandi sfere aeree, ‘perle’ scenografiche in grado di muoversi sul palcoscenico e creare effetti diversi.
2012 Gaetano Castelli ha realizzato la scenografia per il diciannovesimo anno. Con Castelli ha collaborato con la figlia Chiara. In questa edizione una grande astronave, che Castelli ha definito l’“arca della musica”, campeggia sul palco dell’Ariston creando effetti a sorpresa, muovendosi e aprendosi. Una macchina scenica lunga venti metri e alta nove, del peso di venti tonnellate, che ha richiesto un lavoro di rinforzo delle strutture del Teatro Ariston. “Ogni volta, fare una scenografia è prendere qualcosa dal passato e proiettarlo al futuro – ha dichiarato Castelli – E quest’anno, come in un film, ho pensato di far ‘scendere’ la musica da un altro mondo, quello dei suoni, sempre in divenire. Una scena in perenne movimento, capace anche di chiudersi e di liberare tutto lo spazio del palcoscenico quando è la musica a prendere la parola, con l’orchestra ad ‘avvolgerla’ nel suo luogo più naturale: il golfo mistico”.
La scenografia è stata tutta realizzata a Roma in tre mesi di lavoro che hanno coinvolto anche il Centro di Produzione Tv capitolino, poi è stata smontata e rimontata – pezzo dopo pezzo – sul palcoscenico sanremese. Ma non è stato l’unico effetto speciale pensato da Gaetano Castelli che ha lavorato anche sul fondale, con un grande schermo semi trasparente sul quale sono stati proiettati effetti visivi e immagini. (fonte Ufficio Stampa Rai)
2013 Scenografia Francesca Montinaro
L'idea dell'artista Francesca Montinaro - prima scenografa donna nella storia del festival – è stata quella di una scena con una identità chiara e che fosse li da sempre, una stratificazione del tempo passato e futuro. La prima fonte d'ispirazione è stato lo stupore barocco ideato dai fratelli Bibbiena che si è unito direttamente agli strappi logori di Burri ed ai tagli filosofici di Fontana che si sono fusi con lo spazio''. Sono avvenuti cambi e colpi di scena grazie a sofisticate macchine teatrali apparse e scomparse creando così sul palco coreografie sempre diverse. L'orchestra non era nella buca ma sospesa come tagli obliqui sui fondali del palcoscenico per mostrare così uno ad uno tutti gli orchestrali.
2014 La scenografia del Festival n° 64 è stata realizzata da Emanuela Trixie Zitkowsky .Un palazzo del '700 ha fatto da sfondo alla 64esima edizione del Festival di Sanremo. La nuova scenografia si è ispirata idealmente al film di Paolo Sorrentino: "La grande bellezza per noi italiani è una necessità, significa dare importanza a ciò che siamo", ha spiegato Fazio. Emanuela Trixie Zitkowsky ha rappresentato un palazzo italiano del '700 "solo apparentemente abbandonato, nel quale ancora abitano armonia, eleganza e ricordi di fasti lontani". Una metafora del Paese.
2015 La
scenografia
La
scenografia, che rappresentava
l'interno di un fiore, ovvero il pistillo, è stata disegnata da
Riccardo
Bicchini che
"ha trasformato il Teatro Ariston in un luogo molto caldo,
attenuando il distacco tra il pubblico e il palco", ha spiegato
il regista Maurizio
Pagnussat. "La
regia ha raccontato
il Festival
con eleganza e garbo, senza mai essere invadente". A
disposizione, Pagnussat tecnologie di ultima generazione, tra cui 9
telecamere e tre Fly by wire robotizzate e controllate a distanza.
2016 La scenografia
Ha
firmato la
scenografia del
Festival n°66, l'Architetto Riccardo Boccini. Si
sarebbe
ispirato allo “sbocciare di un fiore” per illustrare
un'
area
che coglie
il palco e la platea in un unico contenitore attraversato da giochi
di luce e di grafica.La
scala, anch'essa protagonista dei tanti Festivaloni, l'architetto ha
voluto reinterpretarla partendo dall’idea del piccolo bicchiere
richiudibile. La scenografia è stata abbellita dalle sculture in policarbonato artistico dello scultore Davide Dall'Osso.
2017 Riccardo Bocchini,
firma la scenografia che è fatta di punti di vista che cambiano e si compongono intorno ai cantanti che si esibiscono sul palco e al pubblico presente all’Ariston. L’elemento tecnologico è di fondamentale importanza. Al centro del fronte della scena c'è il Pop Up tecnologico e l’andamento armonico delle lamelle nelle parti laterali saranno in sincronia con quelle centrali per formare la famosa scala di Sanremo. Riflettori puntati anche sulla scala del Teatro Ariston. Venti i motori che permetteranno alla scala di avere sia movimenti sincronizzati che diversi. Ai due lati del palco l’orchestra divisa su tre piani diversi con un gioco simbolico di petali concavi che regaleranno alla scena un’atmosfera più romantica. Al centro del palco invece si apre un ledwall per permettere ai cantanti e agli ospiti in scaletta di scendere la scala.
2018 Emanuela Trixie Zitkowsky, scenografa del 68° Festival di Sanremo.
“Mille metri quadrati di video e di luce trasformano il tempio immacolato in una tavolozza dai mille colori. Un sipario progettato in quattro lame scende e preserva gli spazi preannunciando nuove visioni attraverso le sue 4.870 lampadine a goccia che richiamano il passato ma custodiscono nel nucleo nuove tecnologie proiettate nel futuro.
Nel cuore della scena un fiore strutturale chiude la prospettiva a simbolo della purezza di tutte le arti e sboccia aprendo i suoi petali di luce svelando il suo interno: cuore pulsante che diviene introduzione all’ascolto della musica (la scala). Il fiore luminoso si diffonde verso l’alto fino ad arrivare nella bianca platea occupando il boccascena e sovrastando il pubblico. Un volumetrico pentagramma ove nuove note danno vita all’anno zero della musica italiana così come concepito dal Direttore Artistico.
Il palco nero specchio è sostenuto come una lamina da elementi scultorei elicoidali che appoggiano come fossero spartiti pronti a divulgare suoni infiniti.
Due scale laterali come petali di fiore aperti abbracciano e introducono l’orchestra bianca disposta su due piattaforme che diffondono le note in questo auditorium del futuro dove la musica è protagonista.
Come in una moderna architettura dove i canoni vengono sovvertiti e l’orizzontale diviene verticale la Scenografia interpreta il passaggio, le vie e l’infinito delle variazioni musicali alla ricerca dell’assoluto”.
“La Scenografia, pensata come un auditorium, è concepita prospetticamente per espandersi nel Teatro Ariston. Maglie larghe in acciaio - quasi vie - costruiscono un legame con l’esterno attraverso percorsi di luce. Il bianco trionfa: purezza dell’arte. La musica al suo interno, proprio grazie a queste maglie di legami, esce all’esterno traendo ispirazione e motivo di esistere. Gli elementi architettonici donano volumi di scena a rappresentare un agglomerato urbano, una città del futuro. Attraverso due spirali video che si innalzano e si elevano in torsione elicoidale per aiutare la musica ad innalzarsi verso nuovi orizzonti. Gli archi acustici trovano verticalità per aiutare i suoni a diventare universali”.
2019 Scenografia
La
scenografia di Sanremo 2019 porta
la firma di
Francesca Montinaro.
Per
Il
Festival di Sanremo
numero
69
Montinaro ha
immaginato il palco
dell’Ariston come
“Una rivoluzione dello spazio che arriva quasi all’assenza della
scena”. Un palco con mille sfaccettature, che cambia in maniera
costante grazie a una macchina teatrale motorizzata in grado di
creare quadri scenici mutanti. Per questo la definita
una scenografia invisibile. Nella
scenografia di Sanremo 2019 è
la struttura del teatro, che appare molto più grande delle edizioni
precedenti.
Montinaro
ha
scavato fisicamente nei sotterranei, riportando l’Ariston
al
momento in cui è stato costruito: un trucco scenico per realizzare
una ‘pancia del teatro’ in cui è situata l’orchestra, isolata
dagli accadimenti scenici. Questo ha ampliato molto la profondità di
campo.
2020 Scenografia
Nessuna 'macchina' scenica, ma un palco disegnato - e animato - dalle immagini e da linee curve che danno profondità allo spazio. È un omaggio al passato, anche ammiccando un po' a Broadway ma guardando al futuro, quello che Gaetano Castelli firma per la scenografia del 70° Festival della Canzone Italiana.
Per lui è il diciottesimo e segna il ritorno tra le quinte dell'Ariston dopo 8 anni.
Ridotta, ma non eliminata la scala, Castelli riporta l'orchestra ai lati del palco - nel golfo mistico - e ha lavorato soprattutto sull'integrazione tra elementi della scenografia, apparati video e luci. Intervista a Gaetano Castelli
https://www.youtube.com/watch?v=0R4kA6vJch0
2021 Scenografia
Scenografia
concepita
da Gaetano Castelli e la figlia Maria Chiara, rappresenta
un astronave immaginaria verso un futuro migliore, come
un'astronave
una
sorta di stargate, verso un futuro migliore al quale aspirare.
Rispetto
allo scorso anno l'intero impianto scenico ha coinvolto alcuni
metri della sala anche a causa dell'assenza del pubblico in
teatro per regioni di sicurezza e per garantire tutte le misure
di contenimento della pandemia del Covid19 . Invece
le dimensioni del palco sono rimaste invariate, mentre
il golfo mistico è stato ampliato per garantire il
distanziamento interpersonale tra i Professori dell'Orchestra. Il
fondale, invece, è stato caratterizzato da una grande cornice
esagonale su cui si sono sviluppate tre scalinate, quindi
una
principale e due laterali.
2022 Scenografia
Per
la 20a
volta la scenografia del Festival di
Sanremo 2022 è firmata, da Gaetano Castelli, con
la figlia Maria Chiara. Di
forme tondeggianti e i balconi laterali
usati come ledwall, rendere il palco del Teatro
Ariston ancora più grande e accogliente, oltre che per favorire la
visibilità del pubblico in platea. Tra passato e futuro:
strizza l’occhio al mondo del varietà. Gli scenografi così si
sono ispirati alle scenografie più “tradizionali” a partire
dalla riscoperta del colore bianco, con materiali tridimensionali
traforati. Rivisitato un elemento come il sipario, rendendolo
superleggero e trasparente, davanti al boccascena. Ridotto, inoltre,
i metri quadri di ledwall a favore della costruzione scenica e delle
luci. Quanto alla tecnologia, non viene eliminata del tutto, ma
presenta la sua comparsa in tre grandi ellissi di sei e nove metri,
tutte rivestite di luci e motorizzate, in grado di offrire al regista
Stefano Vicario e al direttore della fotografia Mario Catapano una
grande versatilità scenica e possibilità di movimento quasi
infinite”.
A
dominare la scenografia di Sanremo 2022 sono le forme curve, per
creare una prospettiva che sia – dicono Gaetano e Maria Chiara
Castelli – “profonda e accogliente: in qualche modo, una sintesi
tra le scenografie dei due Festival precedenti di Amadeus e abbiamo
voluto, con queste forme, esprimere anche la speranza che
l’‘astronave’ disegnata lo scorso anno sia finalmente giunta in
un luogo dal quale ripartire tutti”. Il lavoro per la realizzazione
è cominciato lo scorso ottobre: tutta la scenografia è stata
costruita a Roma per poi essere smontata e rimontata a Sanremo, da
dicembre, come un gigantesco puzzle tridimensionale. E’ stato un
grande impegno ingegneristico - per i due scenografi – che hanno
realizzato con il contributo di una squadra eccezionale di
professionisti con i quali hanno lavorato fino al millimetro per
valorizzare al massimo questo Festival di Sanremo.
2023 Scenografia
La
scenografia che
comprende anche il
palco dell'Ariston
del
Festival
di Sanremo 2023, ideata
da Gaetano Castelli e la figlia Maria Chiara.
Ipertecnologica, luminosa, con linee morbide che danno una grande
profondità: sono queste le principali caratteristiche della
scenografia del Festival. Ha
la forma di una cupola, un
cielo stellato, un'atmosfera davvero magica.
Questa
del 2023 è la ventunesima scenografia firmata dal noto
scenografo,
ed
è la
nona invece
firmata
insieme alla figlia. Il palco è sempre più grande e gli spazi
della scena riducono sempre di più quelli delle poltrone in platea.
L’obiettivo era
dare immensità,
soprattutto per le inquadrature televisive: luci
colorate e in alto ben visibili 3 circonferenze concentriche che
andavano a distendere una moltitudine di raggi luminosi. Sono stati
utilizzati
materiali leggeri, come plastica e pellicola che potessero cambiare
la luce e i colori. La cupola trasparente realizzata invece con
specchi a tronco di piramide. In ogni elemento di questi triangoli
dei led a 4 colori che hanno consentito la realizzazione di immagini
e disegni.
FESTIVAL 2024 Scenografia di Gaetano e Maria Chiara Castelli
La
scenografia del Festival della Canzone Italiana targato n°74
rappresenta una tecnologia avanzata con uso di schermi led,
proiezioni, effetti speciali che hanno reato un ambiente inclusivo.
Design moderno dalle linee pulite per fondersi con elementi classici
per un risultato senza tempo. L'obiettivo di valorizzare gli artisti
coinvolgere il pubblico e innovare la tradizione. Un elemento
chiave che ha contribuito all'atmosfera al successo del Festival
di Sanremo.
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